mercoledì 18 luglio 2018

J’adore…una piccola collezione di profumi



Avevo una collezione di piccoli profumi.
Quando ero bambina le profumerie erano solite omaggiare le clienti che,  nelle occasioni speciali comperavano ciprie e profumi, con delle miniature che riproducevano fedelmente i flaconi in voga in quegli anni.
Mia mamma teneva i profumati flaconcini nelle sue borsette assieme ad uno specchietto, ad un piccolo pettine e al fazzolettino di cotone ricamato.
Desideravo tanto  quei piccoli profumi tenuti con parsimonioso riguardo nelle borsette (usate per uscire nei giorni di festa) per giocarci con le bambole. Così un giorno mia mamma me ne fece dono.
Passarono gli anni, tanti.
Adulta, in una grande città, incontrai nel luogo di lavoro una simpatica ed estroversa signora la cui grande passione era quella di collezionare piccoli ‘enchantillon gratuit’. Mi contagiò con la sua euforia ‘profumata’ ed ogni tanto di domenica ci recavamo nei mercatini del bric e brac a cercare quei preziosi campioncini o a scambiare i doppioni: “cielo, cielo…manca!”
Un brutto giorno nella casa in cui vivevo ebbi l’orrida visita dei ladri che, non trovando tesori a loro congeniali e non volendosene tornare a casa a ‘sacco vuoto’ pensarono bene di portarmi via le 2 o 3 scatole di scarpe in cui avevo riposto il mio piccolo tesoro profumato.
Essere derubati è una bruttissima esperienza, ma, essere derubati di una collezione lo è ancora di più. Ogni oggetto anche se è banale ha una storia, un perché, un momento peculiare che ti ha portato a cercarlo a sceglierlo a catalogarlo e conoscerlo.
Ricordo che le amiche del tempo cercarono di consolarmi gratificandomi nel donarmi i loro piccoli campioncini che tenevano in qualche vecchio cassetto, spedendomeli addirittura dalla loro lontana città quando vennero a sapere dell’accaduto.
Cosa fatta capo a, si dice. Terminò così la mia collezione. L’unico profumo a cui tenevo veramente si chiamava “Garmella” conservato in  una vetusta scatolina di cartone con stampata sopra un’orchidea bianca su fondo nero. Era un profumino che mia mamma custodiva gelosamente perché apparteneva ‘al tempo di guerra’!
Gli oggetti vanno…vengono. La passione per quelle luccicanti bottigliette grandi o piccole è rimasta. Forse dipingerle è imprimerle indelebilmente nel cuore. Adesso nessuno potrà più rubarmele.

Sereni acquarelli!

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