Avevo una collezione di piccoli profumi.
Quando ero bambina le profumerie erano solite omaggiare le
clienti che, nelle occasioni speciali
comperavano ciprie e profumi, con delle miniature che riproducevano fedelmente
i flaconi in voga in quegli anni.
Mia mamma teneva i profumati flaconcini nelle sue borsette
assieme ad uno specchietto, ad un piccolo pettine e al fazzolettino di cotone
ricamato.
Desideravo tanto quei
piccoli profumi tenuti con parsimonioso riguardo nelle borsette (usate per
uscire nei giorni di festa) per giocarci con le bambole. Così un giorno mia
mamma me ne fece dono.
Passarono gli anni, tanti.
Adulta, in una grande città, incontrai nel luogo di lavoro
una simpatica ed estroversa signora la cui grande passione era quella di
collezionare piccoli ‘enchantillon gratuit’. Mi contagiò con la sua euforia
‘profumata’ ed ogni tanto di domenica ci recavamo nei mercatini del bric e brac
a cercare quei preziosi campioncini o a scambiare i doppioni: “cielo,
cielo…manca!”
Un brutto giorno nella casa in cui vivevo ebbi l’orrida
visita dei ladri che, non trovando tesori a loro congeniali e non volendosene
tornare a casa a ‘sacco vuoto’ pensarono bene di portarmi via le 2 o 3 scatole di
scarpe in cui avevo riposto il mio piccolo tesoro profumato.
Essere derubati è una bruttissima esperienza, ma, essere
derubati di una collezione lo è ancora di più. Ogni oggetto anche se è banale
ha una storia, un perché, un momento peculiare che ti ha portato a cercarlo a
sceglierlo a catalogarlo e conoscerlo.
Ricordo che le amiche del tempo cercarono di consolarmi
gratificandomi nel donarmi i loro piccoli campioncini che tenevano in qualche
vecchio cassetto, spedendomeli addirittura dalla loro lontana città quando
vennero a sapere dell’accaduto.
Cosa fatta capo a, si dice. Terminò così la mia collezione.
L’unico profumo a cui tenevo veramente si chiamava “Garmella” conservato in una vetusta scatolina di cartone con stampata sopra
un’orchidea bianca su fondo nero. Era un profumino che mia mamma custodiva
gelosamente perché apparteneva ‘al tempo di guerra’!
Gli oggetti vanno…vengono. La passione per quelle luccicanti
bottigliette grandi o piccole è rimasta. Forse dipingerle è imprimerle
indelebilmente nel cuore. Adesso nessuno potrà più rubarmele.
Sereni acquarelli!
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